#Allevamento
Padre Luigi Lorenzetti, teologo, di Famiglia cristiana, spalanca le porte del
Paradiso agli animali: "Hanno ricevuto un soffio vitale da Dio, scrive e sono
attesi anch'essi dalla vita eterna".
Paolo VI disse: "Un giorno rivedremo i nostri animali nell'eternit di Cristo", e rivolto
ai Medici Veterinari: "Vi esprimiamo il nostro compiacimento per la cura che prestate agli
animali, anch'essi creature di Dio, che nella loro muta sofferenza sono un segno dell'universale
stigma del peccato e dell'universale attesa della redenzione finale, secondo le misteriose
parole dell'apostolo Paolo."
Gaspare Gherardini , canonico di Santo Spirito di Roma , nella metà del Settecento afferma:
"Scopersi nella macchina degli animali un fine savissimo, un fine degnissimo della Divinità"
Papa Giovanni Paolo II nel 1990 si espresse in tali termini: "La Genesi ci mostra Dio che
soffia sull'uomo il suo alito di vita. C'è dunque un soffio, uno spirito che assomiglia al
soffio e allo spirito di Dio. Gli animali non ne sono privi."
Non sono solo animali, ciò non solo un cane, un gatto, una tartaruga o un criceto etc.:
Fanno parte del valore affettivo dell'uomo, a sua volta questo strano animale che non si
arrende all'idea che tutto finisca, e che aspira all'immortalità per se e per tutti i suoi cari.
Ma non certamente l'unico a non arrendersi davanti alla morte: paragonabile al comportamento
umano quello di una scimmia che tiene in braccio il figlio morto.
Essa lo stringe e lo culla, si comporta con lui come se fosse ancora vivo, lo accarezza,
insomma tarda nella rassegnazione, esattamente come fanno gli esseri umani.
Il reciproco rapporto, di scambio di coccole, di interessi affettivi che si vivono con
il proprio animale d’affezione, da compagnia, famigliare, insomma con il nostro Amico peloso,
ci fa riflettere. Il cane, il gatto, il criceto, etc. sono tutti animali che hanno bisogno
dell'uomo, ma finalmente (e non solo nel proprio intimo) l'uomo oggi riconosce ed accetta il
bisogno del proprio animale. In alcune situazioni diviene così profondo il rapporto animale/uomo,
che per quest'ultimo la presenza del suo pet ne diventa indispensabile.
L'uomo muore e il suo cane o gatto rimane vicino alla sua tomba, o si lascia morire, quante
volte abbiamo sentito di queste emozionanti storie.
Se nel Cristianesimo e nell'Ebraismo il paradiso sempre stato riservato agli uomini,
le religioni orientali tengono più di conto gli animali.
Buddhismo. Nelle vite precedenti Buddha stato, tra l’altro, una tartaruga, una scimmia,
un elefante e una lepre. A queste bestie, perciò, viene portato rispetto, ma anche a tutte
le altre, che pure, per successive reincarnazioni, possono raggiungere il "nirvana".
Induismo. Sacra sopra ogni cosa la mucca: grande, paziente, signora dei campi, fonte di
latte. Ucciderne una è grave come uccidere un bambino; mangiarne la carne un sacrilegio.
La legge del Karma riguarda anche gli animali, che possono diventare uomini o Dei, perciò
sono rispettati.
Islamismo. Per i musulmani l’asino porta disgrazie, il cane l'essere più impuro che esista,
impuro anche il maiale che vietato mangiare. In compenso, il Paradiso è popolato di cammelli
e cavalli, amatissimi da Maometto. Tanto amati che la moschea di Kaaba fu eretta nel punto
in cui s’inginocchiava il suo cammello preferito che il profeta annuncia che sarebbe volato
in Paradiso col suo cavallo.