#Cuccioli
L’apprendimento dell’inibizione al morso. L’insegnamento della madre. L’integrazione con le persone. L’addestramento. La gerarchia alimentare
È fondamentale che il cucciolo apprenda a controllare il morso. A 5-6 settimane cominciano a spuntare i primi denti e proprio da questo momento il cucciolo tende a fare male agli altri cuccioli mentre giocano durante la poppata. Quando infatti i cani mordicchiano, e la pressione è legata alla loro eccitazione, non esiste il controllo. Se un cucciolo morde il fratello e questo piange, il pianto suscita una reazione della madre, che interviene e ringhia al responsabile. Subito si instaura un sistema: il cucciolo che morde allenta subito a presa quando l’altro piange perché sa che arriva la madre. Proprio in questo modo impara a controllare la pressione dei denti secondo la reazione dell’avversario: è il morso inibito! Il morso inibito è determinante durante le aggressioni quando due cani si scontrano per qualsiasi tipo di motivo. Il più forte afferra con i denti l’altro per controllarne le reazioni, ma lo lascia subito quando l’avversario assume una posizione di sottomissione. Se non ci sono problemi comportamentali o condizioni di vita disturbate dall’uomo, non si verificano quasi mai combattimenti mortali fra cani. La cagna gioca un ruolo molto importante, insegna al piccolo a controllare i morsi, quando gioca con loro e le sue” lezioni” servono anche a favorire il controllo motorio, cioè la capacità del cucciolo di dominare la propria motricità. Il piccolo gioca sempre, sembra instancabile, prende le orecchie, la coda e tutto ciò che riesce a mordicchiare della madre, finché questa lo afferra con i denti, ringhia forte e lo tiene fermo fino a quando il cucciolo smette di muoversi. Appena si ferma la cagna lo lascia. È questa una tappa fondamentale tanto che ci si è accorti che i cuccioli che non attraversano questo periodo di maturazione possono sviluppare un quadro clinico piuttosto grave definito sindrome di ipersensibilità e iperattività, tipica dei cani che reagiscono al minimo rumore e hanno una motricità priva di coordinazione. Sicuramente sono presenti in questi individui fattori di vulnerabilità genetica, ma cattive condizioni di allevamento e di educazione ne favoriscono l’aumento. Spesso gli allevatori pensando di aiutare le madri, creano problemi ai cuccioli, che si ritrovano soli, numerosi in un ambiente isolato senza alcun elemento regolatore. Anche proprietari inesperti allarmati dai giochi dei cuccioli, a volte intensi, preoccupati che il cucciolo possa essere troppo rude con un altro, possono provocare un intervento nel momento sbagliato che potrà ostacolare l’apprendimento della risposta corretta.
Per una corretta comunicazione è importante la capacità di dare e interpretare i segnali appropriati di pacificazione, di avvertimento del pericolo e di un atteggiamento che dovrebbe ridurre l’aggressività in queste situazioni. Spesso il cucciolo viene addirittura preso in braccio e confortato, togliendogli l’opportunità di imparare l’importanza di stare disteso immobile o mostrare la regione inguinale ad un compagno di giochi troppo violento, inoltre una risposta di paura potrebbe venire ricompensata dal proprietario. Un cucciolo deve aver avuto la possibilità di giocare con la bocca, ma non deve ricevere un’educazione troppo tollerante, che gli consente di giocare mordendo persone o cani in quanto potrebbe diventare un cane che non riesce a controllarsi e in seguito potrebbe infliggere danni anche in scontri poco importanti. Il periodo della socializzazione è un periodo molto importante, che inizia con lo sviluppo dell’udito (tra il ventunesimo e il ventottesimo giorno)e si conclude con la pubertà (18 mesi). Il cane impara a vivere con gli altri, si separa dalla madre e accadono vari stravolgimenti nella sua vita. Purtroppo la maggior parte dei problemi nel rapporto tra uomo e cane comincia proprio in questa fase. La socializzazione per il cane dovrebbe iniziare con i suoi simili e grazie all’insegnamento della madre. In sostanza, dovrebbe già avere inizio presso l’allevatore, prima di essere adottato dal nuovo proprietario. Il contatto con la madre diventa meno frequente, sostituito da maggiori interazioni di gioco con i compagni della stessa cucciolata. Diventano frequenti i segnali sociali come scodinzolare, sollevare l’arto anteriore, comunicare la volontà di giocare, anche il comportamento aggressivo verso i fratelli è frequente, come ringhiare,il mordere la nuca,il muso, altre parti del corpo. Spesso si sentono i guaiti di dolore, quando le morsicature sono forti. Verso la quinta settimana i piccoli corrono tutti insieme; alla settima si verificano attacchi di gruppo verso un elemento particolare. In genere alla ottava il cucciolo viene adottato da una famiglia umana e, nella maggior parte dei casi, il cosiddetto “periodo di socializzazione” si realizza in mezzo agli uomini. E’ a questo punto indispensabile “educare” il cucciolo. L’educazione è per il cane l’insieme dei meccanismi di acquisizione necessari per l’adozione di un comportamento canino, quando diventerà adulto. Educare un cucciolo significa farlo diventare un bravo cane in un mondo di cani. Poiché il cane vivrà in mezzo agli uomini dovremo insegnargli ad integrarsi in modo da non essere rifiutato. L’addestramento consiste,invece, nell’insegnare al cucciolo alcune capacità che non hanno significato per il cucciolo, ma sono utili per poter convivere con l’uomo. L’educazione deve seguire un preciso progetto legato alle capacità di acquisizione del cucciolo tenendo ben presente che alcune competenze sono più facili da imparare ad una certa età. Più tardi il cane farà più fatica ad impararle, (come ad esempio l’apprendimento della “inibizione del morso”). Bisogna dunque seguire un calendario. Il cucciolo in alcuni momenti della sua vita ha nel suo sistema nervoso una grande capacità di apprendimento: sono le fasi di maturazione di alcune strutture neurologiche, chiamate periodi critici, e sicuramente bisogna approfittare di tali periodi. L’ambiente gioca un ruolo molto importante nell’educazione del cane, tanto che può arrivare ad annullare le predisposizioni genetiche. Sembrerebbe che la genetica intervenga solo per il 20% sullo sviluppo comportamentale. Nel periodo di socializzazione, tra le 3-4 settimane e le 6-7 settimane sembrerebbe non succedere niente di straordinario : si accentuano i progressi avvenuti durante il periodo di “transizione”, il cucciolo cammina spedito, emette dei segnali posturali. Ma questo è comunque un momento molto importante soprattutto perché avviene un cambiamento sostanziale nell’alimentazione. Infatti questo periodo corrisponde allo svezzamento e dal punto di vista del comportamento compare un nuovo elemento della vita canina, finora sconosciuto al cucciolo:la gerarchia alimentare. E’ molto importante che si verifichi l’acquisizione della gerarchia alimentare, in quanto permette, in una fase successiva, di far regredire l’ aggressività del cucciolo che aumenta proprio nel momento dello svezzamento, altrimenti ne risulteranno animali che conservano un comportamento primario di competizione nei confronti del cibo e un atteggiamento piuttosto violento. E’ piuttosto diffusa la situazione in cui i cuccioli di due mesi ringhiano quando ci si avvicina al loro cibo. In questi cuccioli potrebbero verificarsi disturbi che vengono classificati sotto il nome di dissocializzazione primaria, che li porta a reagire in maniera rudimentale e ad impossessarsi subito di ciò che risulta loro particolarmente gradito.
Giusy Mazzalupi
specialista in comportamento animale
ETOVET (Gruppo di Ricerca in Fisiologia Veterinaria e Etologia, Università di Pisa)
Fonte: www.enci.it