#Pastore Scozzese
La leishmania è una malattia infettiva e contagiosa, trasmissibile all’uomo, provocata da un protozoo del genere leishmania. Fu osservata per la prima volta nel 1885 (Cunningham) ma già nel 1905 si capì che il veicolo di trasmissione era costituito da una zanzara (flebotomo); nel 1908 fu scoperta nel cane ed in altre specie animali. La trasmissione della malattia non avviene direttamente dal cane all’uomo, ma ha bisogno della zanzara quale ospite intermedio.
Col tempo le zone colpite si estendono e la rarefazione del pelo diventa alopecia. Un altro tipico sintomo è la crescita abnorme delle unghie.
Tutte queste manifestazioni fanno sì che l'animale assuma il caratteristico aspetto del cane vecchio.
L’elevata produzione di urina e l’aumento della necessità di bere sono i primi sintomi di danno renale. Nelle cagne sono state osservate lesioni endometriali granulomatose, causa di aborto in gravidanza avanzata (ultimi 10-15 giorni).
Non essendo stata trovata una cura efficace, bisogna ricorrere alla prevenzione. E' altamente consigliato ricoverare i cani all’interno di ambienti chiusi dopo il tramonto, almeno nel periodo che va dalla primavera all’autunno, applicare alle finestre zanzariere a maglie molto fitte, dotare il cane di un collare impregnato di repellenti e provvedere a frequenti disinfestazioni di tutti gli ambienti frequentati dal cane con sostanze specifiche quali i piretroidi sintetici come la deltametrina e la permetrina.
Di recente la casa farmaceutica tedesca Zentaris GmbH ha annunciato di aver ottenuto l’autorizzazione alla vendita sul mercato tedesco dell'Impavido, farmaco anti-leishmaniosi. Il preparato, già autorizzato in India nel 2002, era stato introdotto sul mercato nel 2003. Il suo principio attivo è la miltefosine, scoperta presso il Max Planck Institute di Gottingen dal prof. Hans Jorg Eible e dal prof. Clemens Unger ed è stato sviluppato come farmaco da Zentaris in collaborazione con l'OMS.
In India il prodotto ha registrato tassi di successo superiori al 95% (nell’uomo) ed in pochi casi è stato provato anche in Italia (nel cane) con risultati, riportati dalla stampa specializzata, a dir poco incoraggianti. La cura è tra l’altro abbastanza breve, non richiede ricovero, avviene con somministrazioni per via orale, e, anche se per ora è piuttosto costosa, la commercializzazione in Europa dovrebbe calmierarne i prezzi.
Inoltre buoni risultati nei test di laboratorio sembra abbia dato anche un vaccino messo a punto nel Laboratorio di chimica organica del Politecnico di Zurigo dal Direttore Prof. Seeberger.